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Un elettricista, un muratore, una casalinga, un operaio, un invalido civile, un'immigrata, una commessa, un dirigente: il libro descrive le esperienze di vita di persone comuni che però sono anche al contempo formidabili operatori sociali. "Terapeuti" naturali. Un po' per "caso", per dolorose vicende di vita personali o familiari, e un po' per vocazione, per attitudini e qualità personali, queste persone hanno sviluppato competenze di aiuto e di lavoro sociale che appaiono solide e persino raffinate, a volte tanto da poter reggere il confronto con quelle professionali. Sono competenze diverse da quelle tecnico-scientifiche - competenze esperienziali, certificate dalla vita anziché da titoli di studio - ma di analogo livello e profondità. Il volume riporta integralmente alcune interviste basate su storie di vita raccolte nel corso di una ricerca qualitativa promossa dal Dipartimento di Sociologia dell'Università Cattolica di Milano. Lo scopo della ricerca era quello di "documentare e legittimare" le "competenze scalze" nel lavoro sociale e, al contempo, di verificare l'intuizione che il welfare sociale emerge da forze umane (la care di cui don Milani ci ha parlato) prima ancora che da schemi cognitivi artificiali, per quanto anch'essi importanti. La ricerca dimostra in realtà il valore dirompente della sinergia e del "fare assieme".